Levi informa Frӧhlich che ha letto il manoscritto di Vier Wände (“Quattro mura”) e l’ha sottoposto a Einaudi, ma teme che Cesare Cases ci metterà un po’ a leggerlo. Si pianifica un nuovo incontro in Italia tra i due.
4 settembre 1962
Caro Signor Frӧlich,
La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]
Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]
Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3]
Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4]
Suo,
Primo Levi
4 settembre 1962
Caro Signor Frӧlich,
La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]
Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]
Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3]
Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4]
Suo,
Primo Levi
September 4, 1962
Dear Mr. Frӧlich,
Please forgive me for only now responding to your last letter (from July 30); I received it while away on vacation, and the manuscript was not forwarded. I found it in Turin upon my return a few days ago; I rushed to read it, and found it deep, well-constructed, and persuasive; on the whole, it seems to aptly reconstruct a somewhat Ibsen-esque atmosphere that pervaded Germany, “year zero,” and perhaps still does today.[1]
I brought the manuscript to Einaudi; they promised me a swift reply, but if my own experience is any indication, I fear it will not be all that swift. They are sending it to Cesare Cases, in Rome, so he can read it. I don’t know if you know him; he is one of the best Italian experts on modern German literature.[2]
I am pleased to learn you are planning another visit to Italy in the near future: I eagerly await news of when you will arrive, and I hope this trip will not be as short as your previous one.[3]
Sending my most cordial greetings, and best wishes for Samson.[4]
Yours,
Primo Levi
4 settembre 1962
Caro Signor Frӧlich,
La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]
Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]
Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3]
Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4]
Suo,
Primo Levi
4 settembre 1962
Caro Signor Frӧlich,
La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]
Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]
Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3]
Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4]
Suo,
Primo Levi
September 4, 1962
Dear Mr. Frӧlich,
Please forgive me for only now responding to your last letter (from July 30); I received it while away on vacation, and the manuscript was not forwarded. I found it in Turin upon my return a few days ago; I rushed to read it, and found it deep, well-constructed, and persuasive; on the whole, it seems to aptly reconstruct a somewhat Ibsen-esque atmosphere that pervaded Germany, “year zero,” and perhaps still does today.[1]
I brought the manuscript to Einaudi; they promised me a swift reply, but if my own experience is any indication, I fear it will not be all that swift. They are sending it to Cesare Cases, in Rome, so he can read it. I don’t know if you know him; he is one of the best Italian experts on modern German literature.[2]
I am pleased to learn you are planning another visit to Italy in the near future: I eagerly await news of when you will arrive, and I hope this trip will not be as short as your previous one.[3]
Sending my most cordial greetings, and best wishes for Samson.[4]
Yours,
Primo Levi
Info
Note
Tag
Mittente: Primo Levi
Destinatario: Hans Jürgen Fröhlich
Data di stesura: 1962-09-04
Luogo di stesura: Torino
Descrizione del documento:lettera ds. su carta intestata con firma ms. a stilografica nera, mm230x141.
Archivio: Deutsches Literaturarchiv, Marbach
Segnatura: Levi, Primo Frӧhlich, Hans J. 1962-1985; o.D.
Fogli: 1 solo recto
Intestazione: PRIMO LEVI | Dottore in chimica | TORINO | Corso Re Umberto 75 | Telef. 586.025
DOI:
1Fino ad ora erano note solo due menzioni di Henrik Ibsen nell’opera di Levi, entrambe nel Sistema periodico (1975): si tratta quindi del riferimento ibseniano più antico attestato nella sua opera. Cfr. la Scheda relativa.
2Cesare Cases (1920-2005) è stato tra i più importanti e influenti germanisti italiani della seconda metà del Novecento. Fu anche traduttore e consulente editoriale per Einaudi. Presentato in casa editrice da Renato Solmi nel 1953, come primo incarico si occupò dell’antologia degli scritti teorico-letterari di Lukács e in seguito fu per molti anni autore di pareri di lettura. Dal ‘60 diventò consulente esclusivo per la letteratura tedesca e dall’anno seguente iniziò a prendere parte ai consigli del mercoledì. Curò i maggiori autori di ambito tedesco editi da Einaudi, come Brecht, Musil, Goethe. Cfr. almeno Confessioni di un ottuagenario, Donzelli, Roma 2005, Scegliendo e scartando. Pareri di lettura, a cura di M. Sisto, Aragno, Torino 2013.
3Levi e Fröhlich si erano incontrati a Torino tra il 12 e il 20 aprile del 1962, Lettera 67.