072. Primo Levi a Hans Jürgen Fröhlich, 4 settembre 1962

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Levi informa Frӧhlich che ha letto il manoscritto di Vier Wände (“Quattro mura”) e l’ha sottoposto a Einaudi, ma teme che Cesare Cases ci metterà un po’ a leggerlo. Si pianifica un nuovo incontro in Italia tra i due.

4 settembre 1962

 

Caro Signor Frӧlich,

La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]

Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]

Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3] 

Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4] 

Suo,


Primo Levi

4 settembre 1962

 

Caro Signor Frӧlich,

La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]

Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]

Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3] 

Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4] 

Suo,


Primo Levi

September 4, 1962

 

Dear Mr. Frӧlich,

Please forgive me for only now responding to your last letter (from July 30); I received it while away on vacation, and the manuscript was not forwarded. I found it in Turin upon my return a few days ago; I rushed to read it, and found it deep, well-constructed, and persuasive; on the whole, it seems to aptly reconstruct a somewhat Ibsen-esque atmosphere that pervaded Germany, “year zero,” and perhaps still does today.[1] 

I brought the manuscript to Einaudi; they promised me a swift reply, but if my own experience is any indication, I fear it will not be all that swift. They are sending it to Cesare Cases, in Rome, so he can read it. I don’t know if you know him; he is one of the best Italian experts on modern German literature.[2] 

I am pleased to learn you are planning another visit to Italy in the near future: I eagerly await news of when you will arrive, and I hope this trip will not be as short as your previous one.[3]

Sending my most cordial greetings, and best wishes for Samson.[4]

Yours,

 

Primo Levi

4 settembre 1962

 

Caro Signor Frӧlich,

La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]

Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]

Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3] 

Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4] 

Suo,


Primo Levi

4 settembre 1962

 

Caro Signor Frӧlich,

La prego di scusarmi se rispondo solo ora alla Sua ultima lettera (del 30 luglio); la ho ricevuta mentre mi trovavo in ferie, e il manoscritto non mi è stato fatto proseguire. Lo ho trovato a Torino al mio ritorno, pochi giorni fa; mi sono affrettato a leggerlo, e lo ho trovato vivo, ben costruito, persuasivo; principalmente, mi sembra riproduca bene una certa atmosfera ibseniana che pervadeva la Germania dell’“anno zero”, e forse ancora quella di oggi.[1]

Ho portato il manoscritto da Einaudi; mi hanno promesso una risposta sollecita, ma, se la mia esperienza non mi inganna, temo che molto sollecita non sarà. Verrà inviato in lettura a Cesare Cases, a Roma; non so se lo conosce, è uno dei migliori conoscitori italiani della letteratura tedesca moderna.[2]

Ho molto piacere che Lei preveda un viaggio in Italia entro breve tempo: attendo con impazienza che Lei mi precisi la data di arrivo, e spero che il Suo soggiorno non sia breve come l’altra volta.[3] 

Gradisca i miei saluti più cordiali, e auguri per Samson.[4] 

Suo,


Primo Levi

September 4, 1962

 

Dear Mr. Frӧlich,

Please forgive me for only now responding to your last letter (from July 30); I received it while away on vacation, and the manuscript was not forwarded. I found it in Turin upon my return a few days ago; I rushed to read it, and found it deep, well-constructed, and persuasive; on the whole, it seems to aptly reconstruct a somewhat Ibsen-esque atmosphere that pervaded Germany, “year zero,” and perhaps still does today.[1] 

I brought the manuscript to Einaudi; they promised me a swift reply, but if my own experience is any indication, I fear it will not be all that swift. They are sending it to Cesare Cases, in Rome, so he can read it. I don’t know if you know him; he is one of the best Italian experts on modern German literature.[2] 

I am pleased to learn you are planning another visit to Italy in the near future: I eagerly await news of when you will arrive, and I hope this trip will not be as short as your previous one.[3]

Sending my most cordial greetings, and best wishes for Samson.[4]

Yours,

 

Primo Levi


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